Conferenza di Bucarest : Sviluppo Professionale

dal 18 al 21 Novembre 2015

La conferenza ha sondato tre aspetti dello Sviluppo Professionale: management culturale e leadership; sviluppo degli artisti; capacità di coltivare direttori talentuosi. Allo stesso tempo, il processo ha coinvolto esperti dal settore delle Risorse Umane ed Education, nonché colleghi provenienti da fuori l'Europa. abbiamo chiesto a tre delegati, tutti neofiti alle conferenze Opera Europa, di esprimere il loro punto di vista riguardo la propria esperienza.

 

Jane Crowther, Director of Human Resources – Royal Opera House

"Questa é stata la mia prima esperienza con Opera Europa ed é stata fantastica! Una grande opportunità per incontrare colleghi da tutto il mondo e condividere idee ed esperienze. Ho speso gran parte della mia carriera nel settore commerciale ed é un cambiamento rigenerante far parte di un gruppo così disposto a condividere e collaborare. Inoltre, é stato rassicurante notare come tutti stiamo lottando con lo stesso tipo di sfide, a prescindere da quale parte del mondo proveniamo.

Si sono tenute delle fantastiche sessioni sullo sviluppo personale - da come motivare e saper trattenere lo staff a cosa renda un buon leader tale:

• Abbiamo avuto una ricca discussione riguardo il modo in cui pensare il processo di "performance management" in un'organizzazione artistica nella parte di Valutazione e Feedback. L'interessante dicotomia per cui in sala prove è considerato parte della routine quotidiana dare e ricevere critiche costruttive, ma una volta che si é fuori dalla sala prove é tutta un'altra storia.

•  Un'altra grande discussione ha riguardato lo sviluppo e la mobilità dei dipendenti - ci sono sfide interessanti nel settore dell'Opera, in particolare se sei l'unico Teatro d'Opera nel tuo Paese, poiché questo si traduce in opportunità limitate per lo staff per progredire e sviluppare le proprie competenze.  Venticinque anni di servizio non sono poi così rari, pertanto come possiamo continuare a motivare e mantenere lo staff in uno situazione simile?

•  Mi é anche piaciuta l'idea di guardare alle nostre organizzazioni assumendo come punto di vista quello del surplus o del deficit - non soltanto il tradizionale concetto finanziario del surplus e del deficit, ma anche questo stesso concetto applicato al capitale umano, artistico e alla prospettiva della comunità.  

• In termini di leadership, ho ritenuto l'idea di Marc Scorca di avere un proprio personale Board of Directors affascinante -un gruppo di persone fidate in grado di essere veramente onesti riguardo le tue performance e i tuoi progressi. Ho inoltre considerato il suo modo di dire "permettere che le cattive recensioni rovinino la mia colazione, ma non il mio pranzo" una bella sfida per me stessa, per lasciarmi alle spalle le opinioni negative, imparare da esse e andare avanti!

Mi é inoltre piaciuta la sessione di giovedì intitoIata "Stabilire l'identità del tuo Teatro d'Opera e perseguire le sue finalità". A confronto con alcune dichiarazioni di mission piuttosto pretenziose nel mondo commerciale, é rigenerante vedere persone che vendono qualcosa cui veramente credono. E' stato inoltre rassicurante vedere che un certo numero di noi ha le stesse idee e visioni generali. Annilise Miskimmon ha dato fervore ad alcune fantastiche sfide riguardo le dichiarazioni di intenti e le strategie nel nostro settore e ha asserito che corriamo il rischio di diventare intercambiabili e banali. Qualcosa su cui riflettere!  

Infine, è stato fantastico poter andare alla scoperta di Bucarest e assaggiare alcune delle specialità tipiche! Non vedo l'ora di incontrarmi coi miei nuovi colleghi HR al forum Human Resources che si terrà in primavera a Londra".

 

Hannah Griffiths, Head of Participation & Learning –GöteborgsOperan

"Quindi per te é la prima volta ad Opera Europa come adulto?" mi ha chiesto un collega a colazione a Bucarest. "Sì," ho risposto, "suppongo di sì".

Anni fa infatti sono stata membro del gruppo di esperti giovani delegati di Opera Europa, un ruolo che mi ha portata a Barcellona, Madrid, Londra, Varsavia e Lyon. Quindi, sebbene oramai lavori nel campo dell'opera da 7 anni e la fase del giovane delegato si sia conclusa all'età di 30 anni, questa è stata la mia prima conferenza Opera Europa come delegato a tutti gli effetti e come impiegata del GöteborgsOperan in Svezia.

La partecipazione sta al cuore del mio lavoro. Mi ha pertanto fatto piacere che Opera Europa abbia deciso di includere l'Education come uno dei punti chiave della conferenza di Bucarest. "Education" é una parola poliedrica. Mentre una volta ha significato collaborare con le scuole, può ora comportare molto di più: comunità, apprendimento, partecipazione, sensibilizzazione, impegno, persino "emancipazione" nel caso dei nostri amici de La Monnaie. Ci può essere (sebbene non necessariamente) una forte risonanza col tema del nutrire il talento, delle produzioni professionali per giovani e dello sviluppo del pubblico.

RESEO, il Network Europeo per l'Educazione nel campo dell'Opera e della Danza, ha fatto e continua a fare un lavoro significativo. Sono anche convinta che ci sia un bisogno sempre più pressante per l'Education di far parte di un tutto dinamico, piuttosto che rappresentare un filone parallelo di lavoro, un gruppo di colleghi o un tema per un dibattito. Che l'Education sembri stia diventando una sempre maggiore parte delle conferenze Opera Europa é opportuno e giusto. Alla sessione di sabato "education al centro" ha partecipato un modesto numero di 31 delegati. C'é lavoro da fare, chiaramente, ma le nostre sessioni a Bucarest hanno rappresentato un inizio promettente.

Bernard Foccroulle ha aperto la conferenza con parole profondamente commoventi riguardo quanto accaduto a Parigi, nel Medio Oriente e in Africa. E' andato avanti parlando del nuovo equilibrio tra repertorio e nuove produzioni (per farla in breve, non dobbiamo scegliere uno ad esclusione dell'altro!) e la sua nozione di "creazioni interculturali come una barriera contro la violenza del mondo" mi ha molto toccata. E' stato con questa in mente che ho fatto ritorno a Göteborg di domenica all'ora di pranzo. Sono corsa dritta a lavoro dove ho accolto un gruppo di adulti alla GöteborgsOperan per la prima volta: uomini e donne arrivati in Svezia nel corso dell'ultimo anno come richiedenti asilo, molti provenienti dalla Siria e dall'Iraq.

Abbiamo trascorso tre ore alla scoperta del musical "Pazzo di te". Bernard ha suggerito nel suo discorso di apertura di "rendere l'opera una forma d'arte viva, che dia senso al mondo". Ha anche avvertito del pericolo che l'opera diventi "una forma d'arte alla stregua di un museo, focalizzato sul passato e non connesso col nostro presente". Quindi, quali sono le nostre opzioni? Possiamo rendere  l'opera una forma d'arte viva che dia senso al mondo? Mentre ero spalla a spalla coi miei ospiti, cercando di padroneggiare le parole di Gershwin nella canzone "I got rhythm" in svedese, ho deciso che sì, questo può essere fatto.

Ma non accadrà da sé, automaticamente. L'Opera può anche essere un museo. Sta a ciascuno di noi fare la differenza.

 

 

Programma

La conferenza di Bucarest si articola in tre giornate e mezza. Essa si apre con una panoramica generale riguardante il posto che la Romania occupa oggigiorno nello scenario operistico europeo. In particolare, la giornata di giovedì è incentrata sul tema dei manager della cultura e su come essi possano diventare leader validi e che fungano da ispirazione. Le audizioni che avranno luogo quella stessa sera aprono il sipario sul tema trattato nella giornata di venerdì riguardante lo sviluppo artistico, non solo la formazione dei cantanti, ma anche come essi possano diventare artisti più versatili e completi. Lo spettacolo di venerdì, l'Oedipe di George Enescu, verrà idealmente preannunciato dalla festa che si terrà giovedì sera presso lo splendido Cantacuzino Palace che ospita il Museo Enescu. Sabato è dedicato a come scoprire e incoraggiare direttori di opera e al contempo a come costruire dibattiti interattivi e specialistici che tocchino tematiche chiave, quale, ad esempio, l'importanza di includere l'education nella mission di un teatro d'opera. Si conclude con un concerto di gala che fa da vetrina per i talentuosi vincitori del premio internazionale della competizione di canto di Bucarest di quest'anno.

Guardate il programma  >>

+++ Bucharest +++

> Final programme
> Final list of participants

Presentations

> Bucharest's and Romania's opera houses and their artists abroad, by Ioan Holender

> Establishing your Opera's identity and integrating its purpose, by Bernard Foccroulle
> New digital content for new digital audiences, by Dominic Konrad
> Virtual reality opera, by Tim Hopkins
> The Social Opera House and The Banker
> Equipping cultural managers for today's job market: The Opera Management Course, by Cormac Simms

> Equipping cultural managers for today's job market: Accademia La Scala, by Monica Errico
> Training tomorrow's singers: Accademia La Scala, by Paola Cavani
> Manager and supervisor training, by Eddy Ballaux
> Production models for digital content, by Peter Maniura
> Involving artists in education programmes, by Royal Opera House Covent Garden

> Involving artists in education programmes, by Hannah Griffiths

> Involving artists in education programmes, by Katherine Haataja

> Involving artists in education programmes, by Michela Mannari and Lisa Navach

> Involving artists in education programmes, by Cormac Simms

> Manager and supervisor training, by La Monnaie
> The Opera Platform: 6 months report
> Young stage directors, by Anna Gustafson

> The search for new stage directors, by Opera Europa